Intervista a Alberto Perli, responsabile della Divisione Demand & Project Management di Trentino Digitale
La trasformazione digitale va fatta assieme
Il Progetto Bandiera, finanziato con 20 milioni di euro del Piano Nazionale Complementare al PNRR, rappresenta uno dei pilastri della transizione digitale del sistema pubblico trentino ed ha l’obiettivo di mettere a disposizione servizi digitali di nuova generazione a favore di cittadini e imprese trentine. I risultati di mesi di attività sono stati presentati la scorsa settimana in Sala Depero dalla Provincia autonoma a Trento. All’evento hanno partecipato da protagonisti anche i due partner del Progetto Bandiera: Trentino Digitale e Fondazione Bruno Kessler.
Assieme ad Alberto Perli, responsabile della Divisione Demand & Project Management di Trentino Digitale, facciamo il punto sulle attività, prendendo in considerazione novità e criticità.
Qual è il ruolo strategico di Trentino Digitale nel Progetto Bandiera che ha come obiettivo la definitiva trasformazione digitale della pubblica amministrazione trentina?
Trentino Digitale, società pubblica di sistema, ha raccolto l’indirizzo della Provincia, che ha impostato e finanziato i vari filoni di attività, con l’obiettivo di realizzare i progetti non solo tecnologici, ma di grande impatto sulla trasformazione digitale e sulle abitudini dei cittadini Trentini.
I singoli progetti, di cui ci occuperemo dopo, su quali presupposti sono nati?
I nuovi servizi digitali sono stati progettati e realizzati per garantire affidabilità, semplicità e interoperabilità. Queste tre caratteristiche li renderanno il cuore del sistema informativo del comparto pubblico trentino a favore, ripeto, di cittadini ed imprese. Siamo di fronte ad un cambio di passo: la pubblica amministrazione mette a disposizione dei servizi che possono essere utilizzati dagli utenti 24 ore su 24, sette giorni su sette.
Un’altra novità riguarda la Cloud Transformation, su cui poggia tutta la nuova tecnologia. In quale modo possiamo individuare il contributo di Trentino Digitale?
La nostra società ha reso possibile il passaggio al cloud. Le piattaforme applicative implementate in questa tecnologia garantiscono vantaggi concreti in termini di accessibilità, manutenibilità, privacy, scalabilità, performance, disponibilità, sicurezza.
Veniamo ora ai servizi e alle piattaforme che Trentino Digitale ha rilasciato. Quali sono?
Le più significative sono quattro ed abbracciano diversi ambiti della società trentina. La prima è SiPat ed è dedicata alle incentivazioni alle imprese: il sistema gestisce l’intero flusso, dalla presentazione da parte dell’impresa della domanda di aiuto fino all’istruttoria delle domande da parte dei tecnici. A seguire SiFor, altro strumento importante per la gestione delle politiche attive del lavoro che in Trentino, grazie anche ad Agenzia del Lavoro, sono particolarmente estese ed avanzate. Nel settore delle gare pubbliche Contracta, la piattaforma di e-procurement del comparto pubblico trentino ed, infine, Icef, sistema di gestione degli indicatori della condizione economico familiare.
Facciamo un passo in avanti e individuiamo le caratteristiche delle quattro piattaforme, andando – se possibile – a individuare gli indicatori che certifichino l’impatto delle stesse all’interno di Sistema Trentino. Iniziamo da SiPat.
La piattaforma è entrata in servizio a fine settembre 2025. Da questa data i bandi aperti sulle incentivazioni alle imprese assicurano controlli automatizzati e integrati per le imprese, eliminando la necessità di inserire dati già presenti nei sistemi pubblici (es. anagrafica di richiedente e impresa, verifiche di ruolo e deleghe, dichiarazioni di regolarità contabile, ecc). Questo riduce significativamente la complessità delle domande di contributo, le tempistiche e il margine di errore. Visivamente, questo è un esempio, la domanda di ricerca è passata da 60 a 30 pagine: sembra un dettaglio ma il salto è stato importante. Infine, la piattaforma unificherà tutti i servizi di incentivazione alle imprese, semplificando l’accesso e la gestione: questo significa maggiore governance, trasparenza e migliore gestione che si traduce in un guadagno importante per la pubblica amministrazione.
I giovani, le fasce più deboli della forza lavoro, la capacità di attrarre nella nostra provincia talenti e professionisti con le necessarie competenze. Tutto questo è politica del lavoro che in Trentino ha trovato un territorio in cui sperimentare nuove misure, soprattutto verso chi il lavoro l’ha perso o, peggio ancora, non è ancora entrato nel mercato. Come si posiziona SiFor?
Il nostro sistema informativo consente di gestire e monitorare tutte le attività previste dai percorsi di politica attiva del lavoro. Parliamo di misure che riguardano upskilling, reskilling, lavoro e inclusione, ricollocazione collettiva e reinserimento lavorativo. Nel primo mese di avvio del sistema più di 300 utenti sono stati registrati per i vari servizi formativi offerti. L’interlocuzione con loro avviene in maniera più rapida e il sistema permette di monitorare la forza lavoro in maniera costante e uniforme.
Veniamo a Contracta, piattaforma che ha cambiato nel profondo l’e-procurement. Abbiamo qualche dato sull’utilizzo del sistema e il valore degli appalti e delle gare?
Nel 2025, Contracta gestirà oltre 35 mila procedure di appalto con un valore di oltre 3 miliardi di euro complessivi di base d’asta. Il numero di enti pubblici trentini che fanno riferimento a Contracta sono poco più di 380 a fronte di 8 mila imprese registrate. Anche in questo caso il sistema è stato progettato e realizzato per interfacciarsi con le banche dati di Anac per garantire alle gare i requisiti necessari di legalità, trasparenza e tracciabilità di tutte le fasi di iter complessi e delicati.
Chiudiamo con Icef e la piattaforma dedicata alla famiglie. Possiamo definirla così?
Sì, in un certo senso sì. Il sistema ha reingegnerizzato la modalità di calcolo e utilizzo dell’indicatore, ora strutturato a servizi, grazie al quale le famiglie possono accedere a determinati benefici o agevolazioni. Sono decine i servizi che utilizzano gli indicatori Icef, dalle tariffe mensa degli studenti fino ai contributi al canone abitativo, con migliaia di domande e dichiarazioni annue che le famiglie sottopongono tramite i patronati o gli sportelli dedicati. Annualmente contiamo 200 mila dichiarazioni, 800 utenti di back office e 300 sportelli fisici sul territorio.
In quale modo la collaborazione della nostra società con la Provincia autonoma di Trento contribuisce al successo, misurato con l’utilizzo degli utenti, di progetti come quelli che abbiamo appena preso in considerazione?
La collaborazione è determinante, nel senso che un sistema informativo, per quanto innovativo e utile, deve essere fatto proprio dall’utente, soprattutto all’inizio quando serve uno sforzo per cambiare applicativo, procedure, abitudini. In questo caso le strutture della Provincia, in particolare quelle più direttamente coinvolte, hanno partecipato attivamente alla definizione dei requisiti e delle funzionalità delle piattaforme.
Quali saranno i vantaggi per i cittadini e per le imprese?
Grazie alla forte interoperabilità dei sistemi, i dati già presenti nei sistemi informativi – non solo nel datacenter di Trentino Digitale, ma anche sui sistemi nazionali – saranno utilizzati in automatico, senza doverli chiedere nuovamente agli utenti. Questo già succede su numerosi servizi e lo sarà sempre di più. L’interoperabilità tra sistemi porta con sé la semplificazione delle procedure, quindi maggiore accessibilità ai servizi, soprattutto a favore delle fasce più deboli della popolazione, per le quali il digital divide rischia di innalzare ulteriormente la barriera che le separa dalla società digitale.
Inoltre i dati trattati su queste piattaforme, all’interno del datacenter di Trentino Digitale, saranno gestiti secondo quanto previsto dalla normativa privacy, per garantire la massima sicurezza degli stessi. E il dato – pulito, aggiornato, raccolto e gestito secondo i criteri di legge – è il vero valore della società digitale: l’hardware e il software sono destinati ad essere sostituiti nel giro di qualche anno perché obsoleti. Il dato è per sempre.
In cosa consistono le piattaforme realizzate con la Cloud Transformation?
L’architettura cloud permette numerosi benefici, come la scalabilità, le performance, la disponibilità del servizio. In particolare l’infrastruttura cloud permette la gestione in tempo reale delle risorse hardware e software messe a disposizione del servizio: ad esempio, in un periodo di maggiore carico per scadenze specifiche sulle incentivazioni alle imprese, è possibile dare più risorse a quel sistema, mentre in un altro momento potrebbe essere un altro il servizio più richiesto. L’infrastruttura cloud si bilancia in automatico e ottimizza le risorse messe a disposizione dei servizi, per garantire le migliori performance anche durante i picchi di utilizzo.
Quale sarà, in concreto, l’impatto di queste piattaforme sull’evoluzione dei servizi pubblici in Trentino?
Ci sarà lo sviluppo dell’interoperabilità dei sistemi con queste piattaforme, proprio per scambiare le informazioni già presenti e semplificare l’interazione tra il cittadino o l’impresa con il sistema pubblico. Una forte semplificazione dell’esperienza dell’utente che richiede però una complessità non indifferente nello sviluppo dei sistemi.
Con un occhio sempre vigile alla tutela della privacy, con una “privacy by design” che implica una progettazione centrata sui dati e sulla protezione degli stessi.
Quali sono state le principali difficoltà – tecniche, organizzative o culturali – incontrate in questi mesi di attività nel portare a termine il progetto Bandiera, presentato la scorsa settimana?
I termini molto stringenti hanno creato problemi soprattutto con i fornitori, in quanto in tutt’Italia, non solo in Trentino, c’erano parecchi fondi PNRR o complementari, da utilizzare in tempi molto stretti, e in diverse regioni alcuni progetti non sono nemmeno partiti proprio per la carenza delle professionalità. Nel nostro caso siamo riusciti a collaborare bene tra Provincia, Trentino Digitale e fornitori per concentrare gli sforzi sugli obiettivi principali, così da raggiungere i target entro i tempi.
In quale modo Trentino Digitale ha supportato il cambiamento tecnologico all’interno della pubblica amministrazione?
La realizzazione di questi sistemi, per quanto utili e innovativi siano, devono essere accettati dagli utenti, che devono imparare un nuovo sistema, con procedure diverse. Deve servire un atteggiamento positivo.
Quanto conta la formazione in questo processo di trasformazione?
La formazione è importante, ma sempre di più i sistemi dovranno essere intuitivi e facilmente utilizzabili, con l’obiettivo di non rendere necessaria la formazione, almeno quella classica. Per l’affiancamento si stanno già sperimentando strumenti basati sull’AI, che evita all’utente di leggere i manuali, proponendo solamente le istruzioni per le funzioni di interesse in quel momento.
Il tema del riuso è centrale nel dibattito nazionale: cosa significa oggi “riuso collaborativo” e come lo state applicando in Trentino?
Tutti i sistemi e le applicazioni realizzate da Trentino Digitale per conto dell’ente pubblico, sono di proprietà pubblica, per cui qualsiasi ente può chiedere gratuitamente il riuso, e, una volta migliorato il software, questo può essere nuovamente messo a disposizione. Per i sistemi più complessi, questo riuso è sempre più coordinato tra gli enti, soprattutto tra regioni e province autonome, per organizzare lo sviluppo in maniera condivisa e far crescere la piattaforma con le funzioni trasversali di interesse comune.
In conclusione, qual è l’insegnamento che ci arriva da questi anni di lavoro nell’innovazione e nella trasformazione digitale?
La crescente complessità dei sistemi informativi, pur essendo al servizio di cittadini e imprese, richiede una stretta collaborazione tra tecnici e funzionari pubblici. Questa sinergia è fondamentale per garantire che i sistemi siano perfettamente allineati alle normative e alle esigenze del servizio, rendendoli così più efficaci per la trasformazione digitale.
Il change management è essenziale, non solo tecnologia ma anche processi e, soprattutto, persone, che devono essere al centro della trasformazione digitale. Il futuro della Pubblica Amministrazione vedrà sistemi informativi sempre più performanti, anche grazie all’intelligenza artificiale, ma la persona rimarrà sempre centrale nella loro gestione.
Parafrasando la celebre metafora di Ezio Bosso, artista e musicista recentemente scomparso, possiamo dire che la trasformazione digitale è come la musica: si può fare in un solo modo, insieme.
14 novembre 2025